martedì 13 gennaio 2015

Matrigne eccezionali ed Ofelie annegate

Citofonare Francesca è partito con il piede giusto. Voglio cercare di addormentare le immagini brutali che hanno occupato la mia mente per una settimana intera. Voglio concentrarmi sulla bellezza, sulla serenità, sulla gioia di vivere. Penso che il modo migliore per ricordare chi ha perso la vita, mentre stava svolgendo il lavoro che amava di più, sia quello di continuare quel lavoro. Nel mio piccolo continuare a scrivere per me e per voi. La bellezza frena e distrugge ogni bruttura.

Il lungo sguardo, Elizabeth Jane Howard, Ed. Fazi



L'estate scorsa ho letto un articolo su Repubblica o Il Venerdì ( ora non ricordo con precisione ), dove lo scrittore Martin Amis parlava della sua matrigna, ovvero di Elizabeth Jane Howard. La scrittrice, morta il 02 Gennaio 2014 a 89 anni, veniva ricordata da Amis in maniera non lacrimevole, poco commossa, con uno stile appuntito; quasi a richiamare lei, il suo stile, i suoi libri. La Howard viene definita da Amis "la sua eccezionale matrigna". Fu lei ad instillargli il "demone" della letteratura e della scrittura, e lui le rese il favore dopo anni, seguendola ed incitandola nella stesura di questo libro. Howard era una donna bellissima, alta, sottile, con dei voluminosi capelli biondi. Era anche una donna forte, indipendente, che seppe fare della sua bellezza sicuramente un'arma, senza perdere il suo obiettivo finale : la scrittura. Jane Howard ebbe una vita personale travagliata, segnata dalla depressione della madre e dagli abusi del padre. A 19 anni, per scappare dalla famiglia, si sposò con Peter Scott, uno dei fondatori del WWF, ebbe una figlia, ma finita la seconda guerra mondiale, Jane scappò di casa, abbandonando marito e prole. Con poche sterline in tasca iniziò la sua carriera letteraria, pubblicando nel 1950 il suo primo romanzo : The Beautiful Visit. Sposò in seconde nozze un mediocre scrittore australiano, forse per scappare dal vortice di amanti e passione, che la critica letteraria le aveva procurato. Ma è il terzo matrimonio l'aspetto più importante della sua vita privata, quello con Kingsley Amis, che tuttavia abbandonò nel 1960, stanca del suo disamore e del suo alcolismo. The Long View venne pubblicato nel 1956, e racconta la storia di Antonia e Conrad Fleming. La peculiarità del romanzo è di essere narrato al contrario. Composto da cinque parti, inizia nel 1950, quando la protagonista ha 43 anni , e termina nel 1926, quando ne ha solo 19, si chiama ancora Toni ed una vita di promesse davanti. Antonia e Conrad sono una storia d'amore spregiudicata, folle, eccentrica. Una storia d'amore che accompagnerà anche l'iniziazione femminile di Antonia, la perdita dell'innocenza. Howard racconta i cambiamenti della società e di una persona nel tempo : le feste degli anni '20 e '30, il periodo della guerra e dei bombardamenti, il benessere nauseante del dopoguerra. Antonia da ragazzina intellettuale fragile e tradita, diventerà una donna traditrice. Il romanzo è raccontata quasi esclusivamente dal punto di vista della protagonista, che resterà intrappolata in un matrimonio senza amore, senza poter realizzare il suo sogno.

Una scrittrice che mi incuriosisce ed un romanzo che ripercorre una vita al contrario, mi fanno inserire questo titolo nella lista infinita di quello che vorrei leggere.
Vi lascio con un piccolo estratto del libro :

«Esiste al mondo qualcosa che possa farti crescere?», le aveva detto lui. A lei sembrava di essere cresciuta talmente in fretta da poter guardare a ciò che era stata in passato come da una grande altezza; o di essere andata così lontano da non vedere ormai più nulla di ciò che aveva alle spalle». 


E con il link ad un articolo apparso sul Corriere:  http://www.fazieditore.it/Data/Libri/Recensioni/13652.pdf


I ritratti sommersi

I ritratti sommersi è un lavoro dello studio pubblicitario Staudinger + Franke, molto attivo in ambito pubblicitario. In questa serie vengono ritratte delle modelle che riposano a pelo o sotto la superficie dell'acqua, richiamando così alla memoria l'Ofelia shakespeariana.




Per chi non la conoscesse, Ofelia è uno dei personaggi della tragedia Amleto. Figlia del consigliere di corte di Danimarca Polonio, e sorella di Laerte, è una giovane ragazza aristocratica, ma non appartenente alla stirpe reale. Il ruolo che riveste nella tragedia è quello della "vittima degli eventi". Delusa da un amore per Amleto che non crede puro e veritiero ed impazzita per la morte del padre, causata dallo stesso Amleto, terminerà la sua esistenza affogando in un corso d'acqua. La figura di Ofelia è stata musa ispiratrice nell'arte per diversi pittori, sceneggiatori e musicisti. La possiamo ritrovare in numerosi dipinti del XIX secolo :

John Everett Millais 


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John Williams Waterhouse 


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Anche un poeta come Fabrizio D'André, nella canzone Via della povertà del 1974, ripropone una visione dell'Ofelia quasi dissacrante, dipingendola come una donna amata da nessuno ( "zitella"). Ovviamente in Via della povertà non c'è solo la figura di Ofelia, ma un'umanità variegata, carnevalizzata, gettata nel teatro dell'assurdo.


( Il testo in italiano è di De André e De Gregori, ma la versione originale è di Bob Dylan ). 
Di rimandi ad Ofelia ed alla sua tragedia ce ne sarebbero tantissimi altri, ma non vorrei allungare troppo il post ed oggettivarlo troppo. Mi piaceva ricordare questa figura femminile, partendo da uno studio pubblicitario e finendo con un poeta tanto amato.
Vi linko il sito ufficiale dello studio, se avete voglia di sbirciare fra le loro campagne pubblicitarie : http://www.staudinger-franke.com/#selCat=1

Per oggi è veramente tutto. Vi ho traghettato fra libri, quadri inglesi e canzoni indimenticabili.
Spero di aver stimolato la vostra curiosità.
Un abbraccio

Francesca



giovedì 8 gennaio 2015

Je suis Charlie

Buon 2015 a voi tutti! Citofonare Francesca è tornato, per restare con voi durante tutto quest'anno. Spero sia un anno di dolci fatiche e di grandi risultati. Uno dei miei propositi per quest'anno in fasce, è proprio quello di farlo crescere anche attraverso il mio blog, mantenendo i contatti con chi mi legge, facendovi scoprire quello che riesce a meravigliarmi ogni giorno. Mi sono prefissata di imparare una cosa nuova al giorno, di non smettere di essere curiosa, di discutere e confrontarmi con più persone, su svariati argomenti. Vorrei che il 2015 fosse un anno di crescita interiore, un anno da condividere con voi. Sarò sincera, ieri volevo mettermi al pc e ricominciare quest'avventura; ma sono rimasta sconvolta dall'orrore umano. Violenza inaudita che sconvolge una delle primarie libertà : quella di espressione. Come autrice di questo piccolo blog, non posso che sentirmi tramortita. La libertà di stampa, di esprimere le proprie idee, la propria creatività non deve essere repressa da nessuno, e soprattutto in nome di un Dio, che non vorrebbe di sicuro questo. La religione o la spiritualità non hanno niente a che fare con quello che è successo ai giornalisti di Charlie Hebdo. Pazzi, estremisti, fondamentalisti; questi sono gli autori di questa barbarie.  Voltaire ripeteva che avrebbe lottato fino alla morte perché chiunque potesse esprimere liberamente la propria idea, anche se lui in primis non la condivideva. Il concetto di satira racchiude in sé poco rispetto, denigrazione, ironia. La satira esiste fin dall'antica Roma, ha provocato scandali, insulti, denunce, attacchi; ma uccidere per una vignetta satirica non deve accadere, mai più. Io in questi giorni sono Charlie. Lo sono sempre stata e sempre lo sarò, e lotterò anch'io fino alla morte per la libera circolazione delle idee. Questi due assassini al grido di "Allah è grande", hanno ucciso anche un loro "fratello", che svolgeva un ruolo di vigilanza, di protezione in quella via. Qui non c'entra proprio nulla l'islamismo, qui c'è solo furia omicida. Non rassegnamoci, lottiamo per la nostra libertà. Sempre.

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Quest' introduzione la dovevo fare, la dovevo a chi è stato strappato alla vita.
Citofonare Francesca comunque continua. Sono qui per parlarvi di bellezza. Ecco a voi Scritto sul corpo, Jeanette Winterson.

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Scritto sul corpo fa parte della mia libreria da parecchi anni. Veramente molti. Circa un mese fa ho deciso di leggerlo. Non so dirvi cosa mi ha spinto verso questo libro, avrei potuto prendere in mano una pubblicazione più recente o più conosciuta, ma ho scelto lui o lei, nelle vesti dell'autrice. Non conosco nulla della Winterson, se non dalla quarta di copertina. Viene considerata dal Washington Post una delle autrici inglesi più importanti. Proprio con Scritto sul corpo, e grazie al tam tam internazionale, diventerà l'autrice di un cult book. Il libro parla di amore, di storie d'amore. L'io narrante è il protagonista, che non viene mai definito nella sua sessualità. Nel finale si può intravedere una figura maschile, se lo si vuole. Il narratore propone una carrellata dei suoi amori al femminile ed al maschile, di come questi amori lo abbiano fatto crescere o meno, di cosa abbia imparato da queste storie. L'io, dopo una relazione con una donna sposata, che lo aveva lasciato spossato, innamorato e privo di speranza, decide di aspirare ad una presunta tranquillità, ed inizia una storia d'affetto con una ragazza "normale", poco appariscente e poco travolgente. Tuttavia, il destino metterà sulla sua strada Louise : una donna sposata, bellissima, affascinante, colta, indipendente, che diventerà l'amore e l'ossessione della sua vita. I due vivranno un amore totalizzante, sensibile, erotico, fuori da ogni schema. Impossibile non innamorarsi di Louise, non identificarla nella sua massa di capelli rossi e nella sua bellezza semplice e preraffaelita. Gli amanti usciranno allo scoperto, lei abbandonerà al marito, inizieranno una nuova vita insieme, ma l'ombra di una tremenda malattia li allontanerà. Il protagonista si sentirà privo di mezzi, di sicurezze economiche ed emotive per sostenere Louise, e la lascerà nella mani dell'ex marito. Non vi voglio svelare il finale, vi dico solo che le ultime pagine sono molto intense. La donna viene analizzata attraverso ogni sua parte anatomica, viene descritta anche la crudeltà della malattia. Non si lascia intuire nulla, viene scritto e spiegato tutto, anche le cose che fanno più male e paura. Scritto sul corpo è un libro coraggioso, che vi presenta l'amore nella sua carnalità, nella sua seduzione, per trasformarlo poi in poesia terrena.
Vi lascio le prime righe del libro :

" Perché è la perdita la misura dell'amore?
Non piove da tre mesi. Gli alberi scavano sonde sottoterra, inviano radici di riserva nel suolo arido, radici che aprono come fossero rasoi ogni vena gonfia d'acqua.
I grappoli si sono appassiti sulle viti. Ciò che dovrebbe essere turgido e sodo, resistente al tatto per aprirsi in bocca, è spugnoso e piagato. Quest'anno non avrò il piacere di rigirare gli acini bluastri fra indice e pollice e di impregnarmi di muschio il palmo della mano. Perfino le vespe sdegnano quelle esili gocce marroni. Perfino le vespe, quest'anno. Non è stato sempre così. 
Penso a un certo settembre: Colombaccio Farfalla Rossa Messe Gialla Notte Arancio. Dicesti: "Ti amo". Com'è che la cosa meno originale che sappiamo dirci è tuttavia la sola cosa che desideriamo sentire? "Ti amo" è sempre una citazione. Non sei stata tu a dirlo per la prima volta e nemmeno io, eppure, quando lo dici tu e lo dico io, siamo come dei selvaggi che hanno scoperto due parole e le venerano. Io le ho venerate ma adesso mi ritrovo nella solitudine di una roccia scavata dal mio stesso corpo. "

Come è buona abitudine, Citofonare Francesca vi lascia con le note per la serata.


Lui è Robert Wyatt, e se ancora non lo conoscete, ci sono mille buoni motivi per farlo. Wyatt è l'ex batterista dei Soft Machine. Dopo l'esperienza della Londra psichedelica degli anni '60, intraprende una carriera da solista, mescolando fra loro rock, jazz, world music e la sua fantastica voce. Pochissime apparizioni dal vivo e collaborazioni illustri con Bjork, John Cage e Brian Eno. La canzone che vi propongo è Shipbuilding, testo di protesta contro la guerra nelle Isole Falklands. Per onore di cronaca, credo comunque che Elvis Costello sia l'ideatore originale del testo e le musica sia di Clive Langer. Questa di Wyatt dovrebbe essere quindi una cover. Se ho commesso degli errori vi chiedo di correggermi. Io ho incontrato la voce di quest'uomo e me ne sono innamorata.
Buona lettura e buon ascolto.

Francesca