mercoledì 30 luglio 2014

Un mondo dove l'arte è per tutti

Buon pomeriggio! Oggi Citofonare Francesca vi vuole portare nell'universo dell'arte. Arte in senso stretto, come la studiavate e la studiavo al liceo. Mi è rimasto il dubbio se l'hanno abolita o meno.. . Parlerò di opere d'arte e di gallerie. Vi presento le Gallerie d'Italia. Gallerie d'Italia sono tre mostre permanenti nelle città di Milano presso Palazzo Anguissola e Palazzo Brentani, Napoli presso Palazzo Stigliano e Vicenza presso Palazzo Leoni Montanari. Delle vere e proprie gallerie dove potrete trovare un vasto panorama artistico dall' 800 ad oggi. Gallerie d'Italia ha potuto nascere nel 1999 e svilupparsi in tutti questi anni grazie alla Fondazione Cariplo ed ad Intesa Sanpaolo

Milano (source)

Napoli (source)

Vicenza (source)

Tre fantastici luoghi per far conoscere l'arte italiana declinata nelle sue molteplici forme. Nel sito ufficiale http://www.gallerieditalia.com/it troverete numerose informazioni, dai vari progetti realizzati all'interno delle Gallerie, agli orari di apertura, al costo del biglietto; ma la cosa più bella è che troverete tutte le opere presenti nella varie sezioni, opere da ammirare anche rimanendo davanti ad un pc, opere da poter approfondire. Potrete poi entrando nell'apposito link http://www.gallerieditalia.com/visitavirtuale/ visitare virtualmente la Galleria di Milano, esplorando le varie sezioni e soffermandovi sulle varie opere, come se foste realmente davanti la tela. Certo, l'esperienza dal vivo è tutta un'altra cosa, concordo con voi. Le sensazioni e l'emozioni che si provano di fronte ad un quadro di Caravaggio o di Leonardo non possono essere descritte, anzi non devono. Ma in questo caso ci troviamo di fronte ad un'unione proficua fra arte e tecnologia, un'unione che ha portato a questo frutto : la possibilità che chiunque con una connessione internet propria o altrui, possa godere di queste meraviglie anche a centinaia di chilometri. Io, nella mia sana ignoranza, non conoscevo l'esistenza di queste Gallerie e le ho scoperte oggi attraverso l'iniziativa Curator for a day. Curator for a day invita tutti voi a spiegare, illustrare, interpretare un'opera d'arte. Viene lasciato libero spazio alla fantasia. L'unico limite è l'opera d'arte da scegliere, individuata dalle Gallerie fra una serie di loro esposizioni. Vi lascio qui il video di presentazione : 


Mi piace tantissimo l'idea del contaminare, di non porsi limiti, di poter spiegare un'opera d'arte attraverso un racconto, una poesia, una canzone, un balletto, e mille altre idee. Un mondo dove l'arte è per tutti è possibile. Arriva come un tuono questa affermazione, ed io ci credo, noi tutti bisogna crederci. Abitiamo in un Paese che ha molto da dare, ci ha donato molto nel suo passato e noi dobbiamo ringraziarlo e continuare a dare poesia a chi la chiede, e sono in molti, credetemi. Attraverso questo link http://unmondopossibile.intesasanpaolo.com/curator/iniziativa potrete accedere ai video di presentazione, alle modalità di partecipazione ed alla lista delle opere scelte. Ve ne mostro qualcuna : 


Giosetta Fioroni  Particolare della nascita di Venere 


Seguace di Pietro Longhi  Il ridotto di Palazzo Dandolo a Venezia 


Umberto Boccioni  Tre donne

Ci sono tantissime altre opere, dovete solo entrare nel sito, farvi trasportare dalla poesia e dalla bellezza e creare qualcosa di vostro, di unico.

Per il "ti consiglio un libro" oggi il Citofono vi propone un romanzo, che ovunque io guardi, strappa lodi a chiunque, voti di critica altissimi e conferme gioiose :

La Romana, Alberto Moravia, Ed.Bompiani


Pubblicato nel 1947, dopo gli Indifferenti, è il romanzo che ha ottenuto maggior successo di critica e di pubblico. Vi si narrano le vicende di Adriana, ragazza di una bellezza fuori dal comune, che seguendo i consigli della madre e puntando tutto sulla sua avvenenza, finisce per diventare modella di pittori di bassa lega. Adriana viene così in contatto con un mondo mediocre ed ipocrita. S'innamora prima di Gino, autista che finge di essere celibe e contemporaneamente frequenta altre donne, fra cui Gisella, che spingerà Adriana a farsi mantenere da uomini ricchi e potenti. Adriana entrerà così in contatto con un funzionario fascista, Astarita, diventandone l'accompagnatrice ufficiale. Avviata ormai sulla strada della prostituzione ma innamorata perdutamente di Gino, accetterò di compiere un furto in casa dei padroni dell'amante, entrando così in un traffico di ricettazioni che la vedrà "venduta" ad un altro uomo, Sonzogno. Uscita dal carcere ed incinta di quest'ultimo conoscerà Mino, un giovane intellettuale antifascista, al quale si affezionerà e farà credere che il figlio che porta in grembo sia suo. Mino dopo essere stato imprigionato per cospirazione, su spinta di Adriana riesce ad essere rilasciato, ma il rimorso per aver fatto il nome dei compagni, lo porterà al suicidio, non prima di aver riconosciuto tramite lettera il figlio che dovrà nascere. Sonzogno ed Astarita moriranno in maniera violenta in due distinte vicende ed Adriana rimarrà sola a sperare in un futuro migliore. La Romana riflette sul binomio sesso-potere, accusa i valori finto borghesi, e tutto questo viene fatto attraverso le parole di una popolana, che narra sempre in prima persona. Una donna viscerale ma riflessiva, passionale ed analitica, una donna che vive in sé mille contraddizioni, ma che alla fine saprà fare una lucida riflessione sulla propria vita. Un personaggio femminile tratteggiato in maniera superba, attraverso la migliore scuola neo-realista.

Ok, in tutto il marasma di sto video, io ho notato un'unica cosa : la giacca in oro broccato del front-man. Amore puro! 

Shadows, Way of the Eagle


Buona serata piccoli amanti di citofoni!

Francesca

martedì 29 luglio 2014

Le anime su pellicola

Buon pomeriggio!! Ho pulito giusto stamattina il vetrino del citofono, per capire che pure oggi userò come sottofondo una nota canzone di Battisti. Siate fiduciosi, l'estate verrà e vi porterà un sacco di ghiaccioli e mangiate notturne di anguria. Nel frattempo, Citofonare Francesca cerca di portare un po' di colore nel cielo e nei vostri cuori. 

Cortona on the move


Cortona On The Move è un festival internazionale di fotografia che si svolge nella suggestiva cittadina di Cortona dal 17 luglio al 28 settembre 2014. Festival nato 3 anni fa da due ragazzi, che decisero di dare una svolta artistica alla propria città, negli anni è diventato un appuntamento fisso che ospita grandi artisti, creando delle sognanti installazioni con le loro foto. I lavori sono inseriti per lo più in cornici inusuali, chiese sconsacrate o meno, vecchi ospedali, fortezza medievali, ex magazzini alimentari. Il Festival si muove e vive grazie a decine di volontari, che seguendo la direttrice artistica Arianna Rinaldo ( confermata per il terzo anno consecutivo ), riescono a creare un percorso artistico senza eguali, che infonde passione e stupore negli occhi dei visitatori. Gli stessi fotografi ospitati, trovano in Cortona la cordialità e l'ospitalità italiana unite ad un nuovo fermento culturale. I loro scatti vengono lasciati nelle mani di persone affidabili e competenti. Se volete farvi un'idea del Festival e di Cortona vi linko il sito ufficiale, dove potrete trovare tutto il materiale necessario http://www.cortonaonthemove.com/index.php?cID=136#.U9ekm-N_uSo ( potete seguire l'evento anche su FB e Twitter ). A costo di sembrare anacronistica o nostalgica, fate voi, e grazie ad un superlativo servizio mandato in onda da Sky Arte, la mia attenzione oggi è rivolta all'edizione dell'anno scorso. Ho scoperto fotografi e mondo di cui ignoravo l'esistenza e sì, si sono smosse un po' di emozioni. Contenerle tutte non è facile, le devo condividere con voi. 

Joel Meyerowitz  Taking my time

Meyerowitz è un fotografo statunitense. Inizia la sua attività lavorativa in ambito pubblicitario per poi dedicarsi alla fotografia dal 1963. Si definisce un fotografo di strada e del movimento, amando immortalare la vita che scorre lungo le vie, le piazze, a New York come a Roma. Dalla fine degli anni '60 si concentra sullo studio della cromaticità ed è uno dei primi fotografi americani a valorizzare i colori rispetto al bianco/nero. Ultimamente ha riscoperto l'uso del cavalletto ed il fotografare un oggetto fisso, mobile. Convivono così il lui queste due anime, che tuttavia non entrano in competizione, ma aspirano sempre ad un loro superamento, per concentrarsi su altro.

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( Dice di fotografare da oltre quarant'anni con questa macchina )

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Questo il sito ufficiale di Joel http://www.joelmeyerowitz.com/index.html

Zed Nelson Love me

Zed Nelson, fotografo londinese, l'anno scorso presentò a Cortona una raccolta di scatti intitolata Love me. Filo conduttore di tutta la produzione era l'idea della bellezza stereotipata. Una bellezza comune a tutti, che tutti cercano di ottenere a tutti i costi. Non un rappresentazione portato allo spasmo quindi, ma una corsa continua e giornaliera alla perfezione. Ideale di bellezza che trova le sue radici nel mondo occidentale, che a lui si ispira. Donne orientali che ricorrono alla chirurgia plastica per levare gli occhi " a mandorla ", donne dei paesi arabi che chiedono al chirurgo un "piccolo naso americano", rinunciando al loro, sicuramente più importante. 

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Sito ufficiale del fotografo : http://www.zednelson.com/

Jeroen Torkiens Nomad

Il fotografo ha percorso un viaggio per ritrovare i popoli nomadi, o quel poco che ne è rimasto. Molti popoli nomadi oggi sono stanziali, come gli Ynuit, ma conservano ancora usi, costumi e lingua delle loro tribù, mantenendo viva la loro identità. Dieci anni e dodici viaggi fra Russia, Mongolia, Artico. 

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( Sì, quella che vedete è proprio una carcassa di balena..i popoli indigeni della zona la cacciano e si nutrono di questa carne, tuttavia Torkiens racconta di aver imparato da questi popoli un gran rispetto per gli animali, loro se ne nutrono certo, li uccidono ma li rispettano e quasi li venerano ) .

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( Trovo questa foto poetica nella sua nudità, spesso i popoli nomadi si servono di motociclette per spostarsi e non è raro che si barattino cavalli con moto). 

Dopo questo mondo fatto di persone, colori, odori e sensazioni vi voglio presentare un libro che sonda i rapporti umani, le relazioni interpersonali, analizzandole a distanza.

Tutte le anime, Javier Marìas, Ed. Einaudi


Anni Ottanta. Un giovane professore spagnolo trova impiego per due anni presso un college ad Oxford, l'All Souls. Inizia così per lui un percorso di vita rocambolesco per rappresentare al meglio il ruolo di docente, amico, amante e marito con una trama ricca di intrighi, che lascia spazio a molteplici riflessioni sull'esistenza. Personaggi e luoghi sono descritti minuziosamente. Ci troviamo di fronte ad un'alternanza fra senso del tragico e divertimento, spulciando nella vita degli inglesi, criticando i loro comportamenti ed atteggiamenti, facendo velare una "superiorità" dell'uomo mediterraneo, soprattutto in ambito relazionale. Si potrebbe dire che non esiste una vera trama, ma un flusso continuo di pensieri che coprono quasi quarant'anni di ricordo del protagonista. Consigliato per chi pensa che sulle dinamiche amorose si sia già detto tutto.

Vi lascio così, prendetela come uno scongiuro :)


Bisous,

Francesca


venerdì 25 luglio 2014

La voce dei libri ed i sentimenti del cuore

Buon pomeriggio amanti dei citofoni! Avete visto che non ho fatto nessuna makumba al solleone? Qui è tornato, e splende e scalda più di prima. Come ogni venerdì Citofonare Francesca vi consiglierà come trascorrere ore accaldate in spiaggia o (speriamo di no) pomeriggi pigri e piovosi sul divano. Ho un paio di notiziole fresche fresche ed un film che si dovrebbe ogni tanto riprendere in mano. Partiamo subito! 

The Man Booker Prize 


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Mercoledì 23 Luglio sono stati annunciati i tredici romanzi finalisti per la 46esima edizione del Booker Prize. Da questa lista verranno poi scelti i sei testi che il 14 ottobre si contenderanno il premio. Per chi non lo sapesse, il Man Booker Prize è un premio istituito nel 1986 che vede trionfare un testo scritto in lingua inglese fra i Paesi del Commonwealth, Irlanda e Zimbabwe. La novità di quest'anno vede l'apertura anche verso gli autori americani, e qui si potrebbe aprire un lungo dibattito sull'opportunità o meno di averli inseriti nella rosa. A mio avviso, per l'importanza che la letteratura americana ha in tutto il mondo, credo sia una cosa saggia e ben pensata. A riscontro di tutto ciò sono già stati scelti quattro romanzi di autori americani. La giuria, di proposito, ha voluto evitare la supremazia scontata che avrebbe potuto assumere il fenomeno "America", mantenendo una lista variegata di nomi e puntando su trame ambiziose, che sperimentino ed innovino. Di seguito vi lascio la lista completa, solo un testo è stato già edito in Italia e di questo testo parlerò in particolare. 

To Rise Again at a Decent Hour di Joshua Ferris, pubblicato in Italia con il titolo Svegliamoci pure ma a un'ora decente (Neri Pozza).
The Narrow Road to the Deep North di Richardan Flanagan
We Are All Completely Beside Ourselves di Karen Joy Fowler 
The Blazing World di Siri Hustvedt 
J  di Howard Jacobson 
The Wake di Paul Kingsnorth  
The Bone Clocks di David Mitchell 
The Lives of Others  di Neel Mukherjee 
Us  di David Nicholls 
The Dog di Joseph O'Neill 
Orfeo di Richard Powers 
How to be Both di Ali Smith 
History of the Rain  di Niall Williams 
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Svegliamoci pure, ma a un'ora decente di Joshua Ferris è uno dei candidati americani. Edito in Italia da Neri Pozza. Il protagonista è Paul O'Rourke, l'ambientazione è New York. Dentista affermato, che occupa con il suo studio metà del piano terra di un condominio dietro Park Avenue, frequenta ristoranti stellati, sceglie i migliori vini in cantine di lusso, si fa aprire la porta da portieri in livrea e guanti bianchi. Guadagna molto, essendo anche un ottimo medico. Tifa per i Red Sox ed è riuscito per due mesi interi a dedicarsi ad un grande passione : il golf. Sembrerebbe una vita perfetta, ma Paul sa che sono solo parti di vita, parti che riempiono la sua giornata e non gli fanno vivere una vita piena, parti che non collimano fra loro, nemmeno l'amore può unire i pezzi. Un giorno arriva nel suo studio un tipo sopra le righe, che dopo un'otturazione gli confessa di essere un "ULM" e lo è pure Paul. Si dipanerà una storia sul furto d'identità, che tuttavia non sarà tale, e porterà Paul a scoprire l'esistenza di una metareligione di origine virtuale. Un romanzo cerebrale, nulla da dire, forse non proprio accessibile a tutti, ma a lettori "forti", abituati ad atmosfere stranianti. Ecco, se questo è solo l'assaggio, mi immagino il resto. N.d.r. : se cliccate sulla parolina source sotto la locandina del premio vi porterà direttamente al sito ufficiale. Di facile navigazione, troverete i libri finalisti ( e notate con attenzione le copertine, sono eccezionali! ) , gli eventi collegati al premio e l'archivio di tutte le premiazioni precedenti. Se volete dire "ho letto un vincitore del Booker Prize" qui trovate la strada spianata :) . 
Mostra del Cinema di Venezia
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Signore e signori vi dò il benvenuto al Festiva italiano cinematografico per eccellenza, Venezia. Sì, se anche voi volete diventare dei cultori dei film che la critica osanna e che il resto del mondo sbeffeggia, ci siamo!! :) Scherzi a parte, la Mostra del Cinema di Venezia credo sia un appuntamento che può solo farvi scoprire dei veri e propri capolavori, ci sono anche i film "mainstream" e perdonatemi questa definizione, ma la bellezza di Venezia sta proprio nell'offrirvi delle piccole gemme. Il manifesto di quest'anno è dedicato a Truffaut ed in particolare alla sequenza finale dei "400 colpi". Ideatore del poster è l'artista e regista Simone Massi. Io qui vi linko il suo sito che è pieno zeppo dei suoi lavori, film, disegni, libri, animazioni. Lui si definisce un animatore resistente e voi non potrete fare a meno di amarlo ; http://www.simonemassi.it/index.php? menuid=9 ( nel sito c'è una parte dedicata anche ai quadri della moglie ed il rimando al sito di lei) . Tornando alla programmazione, ieri a Roma sono stati presentati i film in concorso dal 27 Agosto al 6 Settembre. Per l'Italia avremo Mario Martone con il Giovane Favoloso, un film su Leopardi, Anime nere di Francesco Munzi e Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Ospite Abel Ferrara che presenterà un film su Pasolini. Ritornerà poi il maestro coreano Kim Ki-Duk con un film, si dice, per stomaci forti, One on one. A concorrere poi anche registi del calibro di Inarritu, Konchalovsky, Gordon Green. Tantissimi poi anche i film ed i lungometraggi fuori concorso. Se volete comunque avere un'ampia panoramica di tutti i film presentati vi consiglio di dare un'occhiata al sito ufficiale http://www.labiennale.org/it/cinema/71-mostra/film/ dove potrete trovare di tutto e di più e, se non vado errata ed ho una buona memoria, potrete scaricare il programma dell'intero Festival in pdf.
Kramer contro Kramer


Kramer contro Kramer è un film del 1979 diretto da Robert Benton con Dustin Hoffman e Meryl Streep. Il film parla di una coppia che entra in crisi dopo l'abbandono da parte di lei, moglie e madre. Dopo 18 mesi ritorna a New York, dove vive la famiglia, cercando di ottenere la custodia del figlio di 7 anni che nel frattempo è stato cresciuto ed accudito dal padre. Vincitore di 4 premi Oscar, il film racconta in primis la crisi di una coppia, dove lei è insoddisfatta della vita piatta condotta fra crescita del figlio e cura della casa. Hoffman interpreta l'uomo in carriera, che rientra tardi dal lavoro, non ascolta le esigenze della moglie, e non capisce il suo bisogno di evadere e di ritrovare la creatività perduta. In secondo luogo viene portato a galla il tema del divorzio ed il punto di vista predominante è quello del marito, perché è stato abbandonato, perché si trova a dover crescere un figlio e non sa come fare, perché finisce anche per perdere il lavoro e si accontenta di una mansione inferiore alle sue capacità, perché alla fine ama ancora sua moglie e quando l'avvocato la distrugge in Tribunale per fargli avere la custodia del figlio, lui si commuove e le sussurra che non è stato un fallimento, che lei è stata perfetta e l'unico ad aver sbagliato è stato lui. Hoffman è in una forma strepitosa ed è da Oscar, sicuramente. Personalmente ho ammirato ed amato la Streep in altri film, qui le viene dato un ruolo un po' secondario, per tutta la parte centrale non la si vede, rientra in scena solo nella parte finale con l'udienza per poi ammettere la propria sconfitta e la propria difficoltà a creare qualcosa di duraturo, rifiutando così l'affidamento esclusivo del figlio, che alla fine aveva ottenuto. Un film che sicuramente quando è uscito ha fatto riflettere molto sull'argomento della custodia dei figli durante le separazione, un film che ha saputo anche mostrare il punto di vista maschile, dei padri, di come anche un padre possa saper educare e crescere in armonia un bimbo senza una madre accanto. Da vedere, mettendosi nei panni del bambino.

Il Citofono per oggi vi saluta, passate un bel week-end, noi ci risentiremo la prossima settimana. Mi raccomando, suonate ma non scappate.
Francesca 


mercoledì 23 luglio 2014

Case vuote e biblioteche piene

Buon pomeriggio a tutti voi! Non so dalle vostre parti, ma qui da me il maltempo è bello ostinato e l'estate si allontana sempre di più. Un po' mi dispiace, lo devo ammetterlo, soprattutto per voi, ostinati della tintarella. Un po' di caldo lo apprezzo pure io eh?! :)  Spero non mi identifichiate come l'uccello del malaugurio, io che ho sofferto così tanto il mancato freddo di quest'inverno. Ok la smetto, potrei attirare la feroce barbarie di molti di voi. Se come me dovete sopportare giornate uggiose e con poco sole, fate incetta dei consigli qui sotto. Lo faccio per il vostro bene, datemi fiducia.

Ferro 3 - La casa vuota 


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Ferro 3 è un film di Kim Ki- Duk. Ferro 3 è un piccolo capolavoro di poesia. Un film che parla di solitudine e di amore. Protagonista è un ragazzo, Tae-Suk, che passa le sue giornate "violando" le case momentaneamente libere. Gli abitanti sono in vacanza, in viaggio per lavoro, come annunciano tutte le loro segreterie telefoniche. Tae-Suk le viola rispettandole. Si cucina qualcosa, si fa la doccia, dorme nei loro letti ma prima di andarsene fa il bucato, aggiusta l'elettrodomestico rotto da troppo tempo. E con la sua fotocamera si immortala in vari scatti con i dettagli che più lo colpiscono. Un giorno, entrando in una casa di un quartiere mediamente benestante incontra una ragazza, Sun-hwa. Porta dei vistosi segni sul volto, dovuti ai continui maltrattamenti del marito e decide di portarla con sé per farle conoscere quest'avventura. I due ragazzi inizieranno a visitare le case insieme, trasformando un'iniziale diffidenza in amicizia e poi in amore. Varie vicissitudini li allontaneranno per un periodo, ma l'amore appena sussurrato li riunirà, per sempre. Ferro 3 vi farà conoscere la società coreana, le loro case, i loro rituali, la socialità. Vi immergerete nei loro silenzi, nella loro lentezza, così osteggiata ed incompresa in questo frenetico mondo occidentale. Saprete ritrovare un vostro ricordo in una foto, nel prendere un tè insieme, in abiti che vi starebbero sicuramente troppo stretti o troppo larghi, in un cucciolo di cane che veglia il padrone morto. Ferro 3 vi parla della solitudine, demone che ognuno di noi ha conosciuto e conosce. La società orientale l'apprezza e la teme allo stesso modo. Ferro 3 vi parla dell'amore, un amore platonico, fatto di sguardi, di sfioramenti, completamente privo di parole. I due protagonisti non si parlano mai, se non per dirsi un flebile "Ti amo". Tae-Suk con un particolare allenamento interiore riuscirà a rendersi invisibile all'occhio umano, sfruttando i 180 gradi di punto nero della nostra visuale, riuscendo finalmente nella sua invisibilità a ricongiungersi all'amore. Un film leggero, nel senso che te lo senti scappare dalla mani e lo devi tenere stretto. Ascoltate le musiche e lasciatevi andare.


Le biblioteche, un antidoto contro la crisi.


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Oggi non vi voglio parlare né consigliare alcun libro. Voglio solo riflettere con voi. Ad inizio mese il quotidiano Pagina 99 ha posto l'attenzione sul tema della crisi che stanno subendo le biblioteche statali e di come invece dovrebbero essere aiutate e curate con maggiore attenzione. Su questo punto è intervenuta anche la Presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche, Enrica Manenti. La Sig.ra Manenti denuncia come i tagli negli ultimi anni siano aumentati dal 30 al 50%, non vengano fatti concorsi per sostituire bibliotecari prossimi alla pensione e ci sia una richiesta di personale che i concorsi pubblici non riescono a supplire. Io che frequento biblioteche da anni, posso solo confermare l'analisi fatta. Per mia esperienza ho visto bibliotecari e bibliotecarie farsi in quattro, alcune volte nel senso proprio fisico del termine, per garantire alla cittadinanza un servizio. Li ho visti lavorare pure gratis, pur di garantire qualche ora in più d'apertura. La biblioteca che frequento adesso, qui a Musile di Piave, si avvale dell'aiuto anche di alcune volontarie, persone squisite, che fanno parte di un'associazione. Ma se io, libera cittadina, volessi contribuire al buon andamento della mia biblioteca, beh..mi è impossibile. Il Comune invita i cittadini ad offrire il proprio contributo alla comunità, ma quando quel cittadino si offre, perché non si è in grado di concretizzare nulla? Si rinvia il progetto, si rimanda a tempi migliori e forse, non io, ma un altro cittadino ci penserà due volte prima di ridare la propria disponibilità, visto che è scivolata come acqua sotto i ponti di fronte alla burocrazia. La Manenti sottolinea che proprio questa situazione di crisi economica e sociale dovrebbe portare ad un maggior investimento economico nelle biblioteche, sviluppando maggiormente quelle universitarie e di ricerca, aiutando quelle comunali che possono essere un'ancora di salvezza nel territorio, tutelando quelle storiche. Finanziare le biblioteche serve a dare un valore aggiunto a ciascun cittadino, serve a creare un luogo di aggregazione sociale. Spesso si vedono le biblioteche come luoghi inutili, senza una funzione ben precisa, ormai abbiamo Internet, e tutto quello che cerchiamo lo troviamo qui. Non tutto, signori miei. Non troviamo la professionalità di gente seria, che lavora per la cultura e per diffonderla a più persone possibili, non troviamo il profumo delle pagine scritte, il ricordo di quando facevamo le ricerche per scuola sfogliando tomoni che ci sfuggivano dalle mani, non troviamo l'amico che ci aspetta per studiare assieme, o per scambiarci gli ultimi libri presi in prestito, non troviamo molti servizi che la biblioteca può offrire : dall'Internet gratuito, ai corsi di computer, ai corsi di lingua, dalle conferenze agli incontri che ci può presentare. In un periodo di crisi come questo, dove l'economia negativa distrugge l'individuo e la sua dignità, la biblioteca può e deve essere un rifugio dove poter ritrovare noi stessi, confrontarsi con gli altri, capire che non tutto è perduto se ricominciamo a credere che ce la possiamo fare, e che niente è impossibile, magari ci metteremo del tempo in più, ma mai e poi mai perdere di vista i proprio obiettivi. Per cui , se potete, fatevi vedere migliori dello Stato. Frequentate le biblioteche, proponete le vostre idee ai bibliotecari, aiutateli anche solo con il vostro entusiasmo. Ed ogni tanto, se c'è qualche libretto che a casa non volete più tenere o non vi è piaciuto, portatelo in dono. Lo riceveranno sicuramente a braccia aperte :) . 
P.S. : Vi lascio il link al quotidiano, dateci un'occhiata; contiene degli articoli molto interessanti e che vi porteranno ad iniziare un dibattito serrato :) http://www.pagina99.it/index.html

Let me down easy, Paolo Nutini 



Credo non serva aggiungere molto altro. Nutini è una panacea per le orecchi e pure per gli occhi, diciamocelo fra donne và :) . P.S. Ascoltate per intero l'ultimo album, è stupendo.

Citofonare Francesca per oggi termina qui, spero di avervi dato le giuste dritte, di avervi fatto innamorare un po', di avervi trasmesso la dose quotidiana di poesia.
Un abbraccio

Francesca 

lunedì 21 luglio 2014

Le parole sussurate

Buongiorno e buon lunedì a tutti voi. Lo so che vi aspettavate dal Citofono delle recensioni pompose :) ma ho deciso di finire di leggere almeno due/tre libri e poi di sciorinarvele una dietro l'altra. Per quanto riguarda il film conto fra domani e mercoledì di riuscire a partorire. Il Citofono comunque non vi lascia mai soli e tanto meno a bocca asciutta; riesce sempre a scovare nel marasma dello scibile umano qualcosa che fa al caso vostro. 

Elogio della matrigna, Vargas Llosa, Ed. Einaudi

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Elogio della matrigna è un breve romanzo datato 1989. Tre protagonisti : Don Rigoberto, il figlio adolescente Afonsito e Donna Lucrecia. Un vero e proprio triangolo che scatena la storia morbosa che ci si aspetta. Il divertissement letterario è dato anche dalla presentazione di sei quadri di vari autori, più o meno conosciuti al grande pubblico, che interpretano il rapporto di questo coppia con il figlio, disegnando anche il susseguirsi della vicenda. Alfonsito è campione d'ambiguità, diavolo o angelo? Don Rigoberto, maniaco della propria persona, ha un vero e proprio culto dell'estetica ed il terrore puro del decadimento e di quello che potrà subire il suo corpo dopo la morte. Donna Lucrezia è il desiderio, la donna bramata, corteggiata, ambita dai due. Una vera e propria riscrittura del romanzo erotico, dove lo stile ironico rende lieve una tematica scabrosa. Per amanti delle chicche e della buona scrittura, sconsigliata ai bigottoni vari ed eventuali :) . 

Boushra Almutawakel

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Boushra è una fotografa yemenita. Formatasi negli Stati Uniti ha fatto ritorno in patria nel 1994 e da lì ha iniziato ad approfondire il suo studio fotografico e meno sul velo islamico. Non tanto un'analisi psicologica o religiosa, ma uno studio per cercare di variare la visuale comune e trovare una prospettiva diversa. Guardando le sue foto credo che l'artista voglia da un lato far capire il senso di costrizione, di imposizione che possono subire le donne nei paesi islamici, fino al loro completo annientamento. La foto che segue ne è la testimonianza ( il fatto che pure la bambola della bambina venga velata e dimenticata è un forte simbolo )

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Cliccando sulla source vi rimanderà ad un sito francese con un video dove la fotografa illustra il suo progetto Donne in Nero. La foto che segue invece verte tutta sul cambiamento di prospettiva. E se fossero gli uomini a dover indossare il velo? Se fosse loro impedito di mostrare troppi centimetri di pelle al pubblico, di guidare, di studiare? Se potessero parlare solo con gli occhi? Subiremo ugualmente lo stesso sdegno? Io sì. Vi consiglio di cercare e di scoprire artisti dei Paesi arabi. Spesso sono "oltre" la legge, "oltre" il consentito, "oltre" la religione, e riescono a farvi entrare nel loro mondo. Quando poi a farlo è una donna che va contro tutto e tutti, è fonte ancor più grande di gioia.

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www.lefiguredeilibri.com

Vi lascio con questa ultima segnalazione. Io ho scoperto questo blog, curato in maniera deliziosa da Anna Castagnoli, cercando delle immagini del libro Telefono senza fili, Ed. Gallucci. Qui vi metto la copertina del libro : 

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Telefono senza fili è un libro illustrato con zero parole. Nasce da una collaborazione fra Ilan Brenman e l'illustratore Renato Moriconi. Telefono senza fili è la vera e propria rappresentazione del famoso gioco che spesso abbiamo fatto da bambini. Sì, le maestre ce lo facevano fare quando uscivano dalla classe per telefonate improvvise od incontri con la direttrice, e ci dovevano far zitti. Passarsi le parole da un orecchio all'altro creava la giusta complicità tra i bambini ed il divertimento finale nel sentire cosa avrebbe dovuto dire l'ultimo della coda era assicurato. Vi svelerò che l'ultima volta che ci ho giocato, risale più o meno a dieci anni fa, e quindi a 22 anni. Sì, ero ad una cena fra amici e sì, forse navigavamo fra i fiumi dell'alcool :) . Le illustrazioni sono bellissime, colori reali, palpabili, sembrano quasi tavole ad olio pronte per essere sfiorate. Anna Castagnoli che fa della sua passione una vera e propria professione ne analizza accuratamente gli accostamenti, i significati nascosti, le meraviglie che si celano dietro ad un disegno. Consigliato ad un pubblico dai treenni in su, amato da tutti. Sbirciate nel sito, ne vale veramente la pena :) .

Anche per oggi è tutto. Citofonare Francesca vi aspetta domani. Un abbraccio.

Francesca 

venerdì 18 luglio 2014

Patate bollenti

Buon venerdì da Citofonare Francesca :) . Il citofono è bollente per il caldo ed il sole, ma ci dobbiamo rassegnare, è l'estate. Diciamo che il Citofono preferisce le altre tre stagioni dell'anno ma diciamolo a bassa voce, onde evitare ondate di detrattori inferociti. Visto che oggi è venerdì, e qui sulla spalla ho la famosa signora dell' " Antò fa caldo", il Citofono non vi impegnerà troppo le menti. Consigli utili o farlocchi, vedeteli come volete, per passare un week-end di relax e di pacato stupore. Fra lunedì e martedì quando sarete scocciati a livello galattico per la ripresa del lavoro e per l'inizio settimana, vi allieterò con una recensione libresca e filmesca ad hoc :) .

Le famose patate, Cottonwood Joe, Ed. Mattioli 1985

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Questa è una chicca che ho trovato girovagando nell'etere e mi sembrava carina proporvela. Fuori catalogo da anni, è stato riproposto da questa casa editrice di nicchia. Si potrebbe definire un romanzo on the road. Protagonista è Willy, reduce del Vietnam ed esperto di computer, che resta coinvolto involontariamente in un regolamento di conti e per scappare dalla polizia inizia un viaggio in auto lungo la grande America. Le patate del titolo sono le persone, le persone che Willy incontrerà nel suo peregrinare fra la Virgina, Philadelphia, St. Louis, fino alle montagne rocciose dell'Idaho. Come la patate si nascondono nella terra, sopravvivono e si sviluppano lontano dagli occhi di tutti, anche da chi vorrebbe raccontarne e portarne testimonianza. Sembra che una volta letto non riuscirete a dimenticare nessun personaggio, è la forza del narratore è che ha saputo trasformare persone normali in straordinarie. Vi lascio qui, una delle poche recensioni/interviste ufficiali. Un pezzo di Rock Reynolds, pubblicata su l'Unità

«Le radici degli Usa? Andatele a cercare nelle famose patate»- Intervista a Joe Cottonwood

di Rock Reynolds
Il nome di Joe Cottonwood è indissolubilmente legato a uno dei pochi romanzi che ha scritto nella sua vita di scrittore «non professionista», quel Le Famose Patate (Mattioli 1885, pagg 297, euro 18) che, pubblicato per la prima volta nel 1978, torna ad apparire nelle librerie italiane. La letteratura di strada americana, insieme al cinema e alla musica, ha fatto innamorare diverse generazioni di europei, spingendoli a varcare l'Atlantico per verificare una corrispondenza tra suggestioni di una libertà declinata, da un lato, da spazi aperti e scorribande notturne sulle strade e da una realtà non sempre altrettanto lusinghiera, dall'altro. Ma quale miglior ambientazione di un paese con contraddizioni così stridenti come quelle degli Stati Uniti? Non è un caso che una lunga sequela di capolavori a stelle e strisce abbia preso le mosse da quelle strade. Le Famose Patate è un piccolo gioiello che si pone comodamente all'interno di quel solco, con un po' di pepe psichedelico in più. Provate a immaginarvi se a scrivere Sulla strada non fosse stato Kerouac bensì Richard Brautigan. Già quello de La Pesca alla trota in America. Qui di pesci non se ne incontrano tanti, ma, in compenso, ci sono le patate, verdure anonime e così essenziali. «Le loro esistenze sono sepolte lì dove i giornali non le troveranno mai, le loro radici sono le radici di questo paese, i loro sogni sono i sogni di tutti noi, i loro fallimenti sono i nostri». Protagonista assoluto del romanzo è Willy Crusoe - il nome, tutto un programma, scelto per indicare un giovane alla deriva che, attraverso peregrinazioni e sbandate, ha la possibilità di trovare l'anima delle cose semplici, le patate che crescono lontano dagli occhi del mondo - un borghese alla ricerca di se stesso in un'America che ha digerito malamente il ricco ma effimero banchetto degli anni Sessanta. È la storia personale di un uomo, ma è anche il ritratto collettivo di una generazione che molto ha investito sui propri sogni. Ci sono episodi che strappano un sorriso, ma domina un'atmosfera di mesto disincanto. Joe Cottonwood sarà presto in Italia per partecipare al Festival Blues di Piacenza e ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda. Quante verità e quante panzane ci sono in questo libro? «Il libro è fondamentalmente autobiografico, solo che, a differenza di Willy, io sono riuscito a scampare la leva e in Vietnam non ci sono andato. Molti episodi di vita sulla strada sono l'esatto specchio di quel che mi è successo. Non mi sento però di consigliare a un giovane d'oggi di fare altrettanto. Al tempo eravamo incoscienti. Oggi, non sarebbe prudente aggirarsi per i sobborghi di St. Louis e Los Angeles». Quali scrittori on the road l'hanno influenzata maggiormente? «Jack Kerouac e Walt Whitman, ma ancor più un bel romanzo di John Steinbeck, Viaggio con Charley, e un libro misconosciuto scritto da un certo George R. Stewart a proposito della statale US40. Detesto chi scrive libri di viaggio senza appassionarsi ai luoghi che visita». Come si sente un reduce della generazione dei figli dei fiori di fronte al riflusso poco pacifista dell'era Bush? «Attenti alle generalizzazioni: i mezzi di comunicazione americani sono in larga parte controllati dalla destra e hanno reso Bush molto più popolare di quanto fosse. Un tempo, detestavo essere chiamato hippie e oggi, invece, è un onore. Abito in un paesino, La Honda, a poca distanza da San Francisco, in cui parecchie personalità creative hanno scelto di vivere. Neil Young, che ho incontrato una sola volta, vive poco lontano da me, Ogni mese tengo dei reading in un bar, in un'atmosfera molto rilassata. Terry Adams, un poeta che abita nella vecchia casa di Ken Kesey, ne è stato il promotore insieme a me. Insomma, sono circondato da sognatori e gente stravagante, ma da noi Bush non è mai stato molto simpatico e l'80% della cittadinanza ha votato per Obama e per i matrimoni gay. Quelli come me che sono stati in Vietnam o che l'hanno sfangato non hanno certo apprezzato la direzione che il paese ha preso con Bush». Come mai, invece di fare lavoretti disparati, non si è dato all'insegnamento? «Molti scrittori si guadagnano da vivere insegnando. Lungi da me, dunque, l'idea di togliere loro una fonte di sostentamento. Ma la qualità dei corsi di scrittura è davvero altalenante. E, comunque, nessuno ti può insegnare il talento, semmai puoi imparare la tecnica. Ero uno studente scarso e avrei finito per essere un pessimo insegnante. Credo che la miglior scuola di scrittura sia la fase in cui uno non scrive e, al contrario, vive nel mondo reale, lontano da quello accademico». Willy incarna il disincanto di una generazione in fuga. È davvero così? «Willy dice, "Se non fuggi, non sopravvivi". È una massima da caserma, appresa durante l'addestramento per il Vietnam. Scommettevi sulle corse degli scarafaggi e quello che perdeva lo schiacciavi col tacco dell'anfibio. È quella la forma mentis di Willy: corri per vivere e più corri, più ti senti vivo. Questo libro l'ho scritto 35 anni fa e l'ho riletto recentemente. Il finale è stato una sorpresa anche per me. Oggi, forse, lo scriverei diversamente». 
Sulla terra leggeri, Il Festival dell'Argentiera

Se vi trovate in vacanza in Sardegna, fra il 19 ed il 27 Luglio, e precisamente fra Sassari ed Alghero, non potete perdere questo Festival letterario. Ma anche se non siete in villeggiatura e la Sardegna la sognate solamente di notte, il portale Rai Letteratura seguirà l'evento in streaming e potrete commentare il tutto su FB e Twitter. Tantissimi gli ospiti presenti : Pif, Claudio Bisio, Geppy Cucciari, il Presidente del Senato Grasso, scrittori come Siti e Piccolo, e molti altri. Un Festival che cerca di raccontare i tempi moderni, partendo dalla comicità, passando alla cultura radicata nel territorio, ai tormentoni estivi, al teatro, alla letteratura, al cinema, all'analisi di programmi tv di successo. Un Festival che vale la pena seguire, facendosi abbagliare da un sole sardo o dallo schermo del vostro pc :) 
Vi lascio il link dove potrete seguire lo streaming : 
Qui sotto la locandina dell'evento : 

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Swallowed Whole, Pearl Jam


Ritrovate la giusta carica con loro, che ve lo dico a fare?!
Mi sembra di non avervi tediato molto, sono stata brava, ditelo pure.
Citofonare Francesca vi aspetta la prossima settimana, per trascorrere qualche momento di buona e sana compagnia.
Un abbraccio.
Francesca 

giovedì 17 luglio 2014

La censura non è di casa

Buon pomeriggio a tutti voi da Citofonare Francesca. Ieri il citofono era al lavoro per noi, si deve documentare ed informare per essere sempre all'altezza della vostra curiosità :) . 
Oggi vi faccio fare la conoscenza di una mostra virtuale presentata sul sito http://cinecensura.com/ .
In occasione del centenario dell'introduzione della legge censoria ( 31 Maggio 1914 ) , il MIBACT, Direzione Generale per il Cinema, ha deciso di promuovere questa raccolta, osservando anche come nel corso degli anni il modello censorio sia mutato. Da un ruolo di severa vigilanza politica, sociale e religiosa, la censura di oggi, presieduta da appositi Commisioni, valuta solo l'impatto che un film può avere su un pubblico minore. Attraverso un attento lavoro di catalogazione e di analisi storica si è giunti ad una struttura virtuale che presenta la mostra suddivisa per temi : sesso, politica, religione e violenza. Di alcuni film sono riportati dei spezzoni, delle documentazioni inerenti ad interviste di registi, carteggi fra Settima Arte e membri del governo, lettere appassionate fra attori e produttori. Mi sembra di aver contato oltre 200 film censurati e revisionati, alcuni credo siano veramente irrecuperabili, o mi spiego meglio, recuperabile solo attraverso una richiesta scritta ad archivi cinematografici o televisivi. Di ogni film comunque, è riportata la motivazione della censura in un piccolo trafiletto e ci sono collegamenti ad altri film. Non temete, ci sono film anche più recenti, che potrete vedere via streaming, in qualche buon sito, ma chissà se riuscirete a recuperare la versione originale e non epurata? :) . Troverete poi due parti molto interessanti e documentate sul sistema censura, da chi partiva la censura, quali erano i canali privilegiati ed il modo di porre questi divieti all'interno dei film . Nella sezione "Collezione" avrete modo poi di rivedere tutti i contenuti della mostra divisi in macrocategorie, fra cortometraggi, lungometraggi, manifesti, testimonianze, cinegiornali etc.. L'ultima parte è poi dedicata ai due registi forse più ostacolati nel panorama cinematografico : Pier Paolo Pasolini e Stanley Kubrick. Vi consiglio di addentrarvi in questo sito, perché rimarrete stupiti dalla mole di film che sono stati censurati negli anni e di come anche film più recenti abbiano avuto la stessa spada di Damocle alla testa. Credo che la censura sia sempre da bandire, semplicemente si devono mettere delle annotazioni ai contenuti e rendere così fruibili i contenuti ad un pubblico consapevole e pronto alla visione . Qui sotto vi lascio la locandina della mostra. 

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La gemella H, Giorgio Falco, Einaudi

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Citofonare Francesca consiglia il libro del giorno. Vorrei ricordarvi che questi sono consigli, frutto di recensioni positive che ho raccolto, notizie lette, giri frequenti sul Web e pure miei gusti personali. Quando le recensioni sono mie lo scrivo chiaro e tondo, per cui non prendete tutto per oro colato, nemmeno quando lo dico io :) ; vedetelo come una semplice segnalazione. Un libro che Citofonare Francesca vorrebbe leggere, ma si sa che la sua lista è infinita ;) . Bando alle ciance, La Gemella H di Giorgio Falco è un libro che affascina ed inquieta fin dalla copertina. Tre mele in un'asettica natura morta, una delle quali non in perfetta forma, ti fa capire che c'è qualcosa di "marcio" in questa storia. Qui si narra di una storia di una famiglia tedesca, lunga quasi un secolo. Dal suo fondatore, che ritorna sconvolto nel corpo e nell'anima dal fronte della Prima guerra mondiale ai giorni d'oggi, in Italia. La storia di tre generazione della famiglia Hinner ( vedi l'H del titolo ). La voce narrante è Hilde, che intreccia ottant'anni di vita privata agli eventi che percorrono il Novecento, passando attraverso il turismo di massa, l'avvento dei centri commerciali immensi, l'ossessione per il proprio corpo. Hilde, in continua competizione con la gemella, nata pochi minuti prima e la più brava in tutto ( ecco le gemelle H ) . Una famiglia che forse fugge in Italia per poter e voler dimenticare, ma il Male e le responsabilità torneranno ad ossessionare i pensieri di tutti.

Vi segnalo poi che Adelphi Edizioni fino al 21 Luglio vi "regala" Sillabari di Goffredo Parise a € 1,49. Io non dico altro. Adoro Parise e sapere di poter leggere un'opera di immenso valore al costo di un caffè credo sia un regalo meraviglioso. Ovviamente il formato è elettronico, ma per chi ancora non avesse un lettore ( come la sottoscritta), si può leggere tranquillamente via pc, smartphone e tablet. Accorrete numerosi allo shopping!!

Momento strimpellamento per allietare la vostra ora aperitivo :) 


The Eagles, Hotel California 


The Kooks, Down

Vintage e nuovo singolo, cosa chiedere di più? :)
Spero di essere stata una buona compagnia, a domani.

Francesca

martedì 15 luglio 2014

La natura spregiudicata e l'umanità da perdonare

Buongiorno e buon inizio settimana da Citofonare Francesca. Sì, lo so, è martedì mattina ma mi sono voluta prendere un po' di tempo per questo post. Metterò parecchia carne al fuoco e sarà carne di qualità.

Il secondo sesso, Simone de Beauvoir, Ed. Il Saggiatore

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Il secondo sesso è il saggio più importante di Simone de Beauvoir e l'opera che l'ha consacrata in tutto il mondo. Avrei potuto leggerlo prima ma non mi sentivo pronta per affrontare un testo del genere. Credo ci voglia una certa maturità per affrontare questa pagine, ed anche un po' di vita vissuta. La De Beauvoir scrisse questo saggio nel 1949 da ritorno da un suo viaggio in America dove con sua grande sorpresa aveva constatato l'inferiorità della donna, anche se lavoratrice, la capacità dell'uomo di mettere la donna sempre in secondo piano e l'impotenza di una reazione femminile. Si può dire che il secondo sesso sia il testo di riferimento per il movimento femminista che nacque negli anni '70 e Simone divenne il simbolo della nuova ribellione. Va ricordato che comunque l'autrice non si schierò mai apertamente a favore del movimento anche se ne appoggiava le battaglie. Da un punto di vista politico la De Beauvoir non prese mai parte attiva nella società, anche se va ricordata la sua esperienza nel periodo dell'occupazione nel gruppo di resistenza "Socialismo e libertà " ed il suo credo nella filosofia marxista e nel socialismo. Vi delineo a grandi pennellate un po' della biografia. Simone de Beauvoir nacque nel 1908 da una famiglia alto borghese, tuttavia subì fin da bambina i problemi economici dei suoi genitori, che causarono anche un trasferimento in campagna da delle zie. Tuttavia Simone crebbe con la passione per la cultura ed il sapere e nel 1926 si iscrisse alla Sorbona dove sì laureò con una tesi su Leibniz ed ottene l'abilitazione per insegnare filosofia. Nel 1929 in ambito accademico incontrò Jean Paul Sartre, che diventerà l'uomo della sua vita, la persona alla quale resterà legata fino alla morte, anche se entrambi avranno altri amori. Credo che tutta la storia fra la De Beauvoir e Sartre si possa riassumere come un'affinità intellettuale che travalicava ogni convenzione sociale. Nel 1930 inizierà ad insegnare filosofia in varie regioni della Francia per poi lasciare definitivamente l'insegnamento nel 1943 e dedicarsi solamente alla scrittura. Negli anni a venire viaggerà molto con Sartre (Spagna, Italia, Grecia, Marocco) aumentando notevolmente il suo bagaglio culturale. Il periodo della seconda guerra mondiale non la vedrà esule, resterà in Francia. Subito dopo la Liberazione entra a far parte del comitato di redazione della famosa ed immortale rivista Les Temps Modernes con altri intellettuali dell'epoca. Viaggerà nuovamente molto allargando sempre di più i suoi orizzonti,arrivando in Brasile, Cina, Unione Sovietica, Cuba. Negli anni '70 la De Beauvoir si schiererà su vari fronti : la dissidenza sovietica, il conflitto arabo-israeliano, l'aborto, il Cile, la donna. Del 1970 è anche il suo capolavoro La Terza età, saggio sulla vecchiaia, sulla sua vecchiaia, capitolo finale della sua biografia. Nel 1981 con la morte di Sartre, Simone darà i natali alla Cerimonia degli addii, ultimo saluto al compagno di una vita. Da ricordare anche il suo primo romanzo L'invitata (1943) e l'opera che squarcia un velo sugli intellettuali francesi, I mandarini (1954), nonché tutta la sua autobiografia composta da 4 tomi. 

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Il secondo sesso è un volumone di quasi 1000 pagine che racchiude un'analisi schietta, reale, senza troppi perbenismi della figura femminili. Si ritrovano tutte le basi della formazione della Beauvoir : esistenzialismo, marxismo e hegelismo. L'esistenzialismo già nelle prime pagine trova posizione in parole chiare come queste : "Il punto di vista che adottiamo è quello della morale esistenzialista. Ogni soggetto si pone concretamente come trascendenza attraverso una serie di finalità; esso non attua la propria libertà che in un perpetuo passaggio ad altre libertà; la sola giustificazione dell'esistenza presente è la sua espansione verso un avvenire indefinitamente aperto". Io trovo queste parole fantastiche, di una potenza incredibile, che all'epoca fecero clamore, scandalo, eccitazione ma che pure oggi suonano forti nella testa. Questo è quello a cui dovrebbe ambire ogni essere umano. Simone si trova a dover affermare che per la donna questo è faticoso, quasi impossibile, in quanto anni ed anni di substrato culturale hanno definito il genere femminile L'Altro. E si badi bene che non è una definizione di altro, come più volte lei ripete, che può avere una ribellione, un rovesciamento della propria socialità come ebbero gli Ebrei, il proletariato, la gente nera; è un altro insito per natura, un altro che si sviluppò già nelle prime società primitive. La De Beauvoir affronta il problema da un punto di vista biologico nella prima parte, accusando molte credenze dell'epoca, che vedevano nella minor prestanza fisica femminile una giustificazione al suo ruolo secondario nella società, essendo la donna solo adatta ed abile a gestire casa e prole. Stronca la psicanalisi freudiana che non era riuscita a capire da dove nascesse questa superiorità maschile nei confronti delle donne. Affronta il problema da un punto di vista storico, analizzando la condizione femminile in tutte le epoche e considerando quasi esemplare il rilievo sociale che la donna aveva nell'oscuro Medioevo, potendo votare nelle assemblee locali e dovendo dare il benestare per la vendita dei beni di proprietà della famiglia. Analizza i miti, che evocano l'eterna figura del "femminino" e nella parte centrale attraverso il vissuto delle donne nella metà del XX secolo, compie delle tappe nella varie fasi della vita : infanzia, formazione, sessualità, matrimonio e vecchiaia, sfatando gli ideali dell'epoca : vita coniugale felice e soddisfacente, e maternità a tutti i costi e sempre desiderata. Individua nella terza età e quindi nella vecchiaia il miglior periodo per vivere la propria femminilità, essendo scevre da ogni possibilità riproduttiva e quindi libere di cercare la vera natura e di attorniarsi di chi realmente si ama. L'ultima parte "Verso la liberazione" è dedicata alle donne indipendenti, che lavorano, le donne emancipate, invitandole a continuare in questo processo di uguaglianza, ad ambire a quel superamento nel rapporto schiavo-padrone. Il libro si chiude con delle parole di Marx : "Il rapporto immediato, naturale, necessario, dell'uomo all'uomo è il rapporto dell'uomo alla donna. Dal carattere di questo rapporto risulta fino a che punto l'uomo stesso si è capito come essere generico, come uomo; il rapporto dell'uomo alla donna è il rapporto più naturale dell'essere umano all'essere umano. Vi si rivela perciò fino a che punto il comportamento naturale dell'uomo è diventato umano o fino a che punto l''essere umano è diventato il suo essere naturale, fino a che punto la sua natura umana è diventata la sua natura" . In conclusione credo di potervelo consigliare molto caldamente, almeno a tutte le donne. Molte volte le sue analisi vi sembreranno antiche o superate, ma se ci rifletterete un solo attimo vi renderete conto che in molte zone del mondo, anche da noi non serve andare lontani, la donna è ancora vista come l'Altro, l'Altro da evitare, da temere, da deridere, da sopprimere. Sono stati raggiunti molti traguardi, ma la battaglia è ancora in corso :) . P.S. : se cliccate sulla parolina "suorce" sotto la foto di Simone vi si aprirà una pagina di Radio3 con dei contributi da ascoltare. 

Rimanendo in Francia, vi voglio parlare di lui :

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Yann Arthus-Bertrand è un fotografo naturalista. Bertrand è un amante ed un grande esponente della fotografia aerea. Nel 1994, con il patrimonio dell'UNESCO, da via al progetto La Terre vue du Ciel, paesaggi dal mondo fotografati dall'alto. Non vi sto nemmeno a descrivere la bellezza di questi scatti, non ci sarebbero molte parole da dire in confronto a tali panorami. Vi lascio il link al sito che racchiude tutta la sua opera : http://www.yannarthusbertrand.org/ . Alcune foto, giusto per stuzzicarvi :) 



( Le foto sono tutte tratte dal sito ufficiale che vi ho linkato )

Vi lascio con un film che ho visto l'altro giorno, e visto che parliamo della Terra, non poteva che essere Another Earth. Qui sotto la locandina ed il trailer.

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Rhoda Williams è una promettente studentessa che viene ammessa al MIT. Una sera mentre rientra da una festa, provoca un incidente mortale a causa di una fatale distrazione. Alla radio era appena stata data la notizia che si stava svelando un pianeta speculare alla Terra e stava facendo la sua comparsa nel cielo. Rhoda per guardare in alto e seguire la sua passione per l'astrofisica ucciderà una donna incinta con il suo primo figlio e procurerà un coma durato mesi al marito. Rhoda dopo 4 anni esce dal carcere e torna in famiglia, ma la sua vita non è più la stessa. Non riesce a darsi a pace, a trovare una quiete per l'anima tormentata, evita il più possibile il contatto con gli altri, non vuole più seguire la passione per gli astri ed accetta un lavoro da bidella presso un liceo, iniziando così un personale percorso di "pulizia". Singolare è la figura del suo collega di lavoro, un anziano indiano cieco, che le sarà di grande aiuto e che a sua volta avrà bisogno della pietà e della compassione di Rhoda. Nel frattempo il pianeta diventa sempre più visibile e si cercano i primi contatti. Rhoda una volta scoperto che l'uomo, il professor Burroughs, è uscito dal coma e vive solo, gli si presenta come un'addetta alle pulizie e cerca di ridare una parvenza di normalità ad un uomo dilaniato nella carne e nel cuore. Rhoda cercherà anche un'altra via di redenzione partecipando al concorso per vincere un viaggio su Terra2. La parte finale scompiglierà le carte in tavola, ci sarà un amore che non avrà futuro, una confessione tanto dolorosa quanto liberatoria, un viaggio senza ritorno verso un mondo parallelo. Potrei definire questo film un dramma fantascientifico. Le musiche sono straordinarie come alcuni paesaggi, avvolti in una surreale luce blu. Terra2, dove ogni abitante di Terra1 ha il suo speculare, potrebbe rivelarsi una sorta di ultima possibilità per tutti gli abitanti, dato che secondo una teoria nel momento in cui Terra1 ha preso coscienza dell'esistenza di Terra2, gli eventi non si sono più sincronizzati, ed ogni pianeta vive in autonomia. Rhoda cerca questo, un'ultima possibilità, un posto dove possa guardare gli altri in faccia senza vergognarsi di quello che ha fatto, un posto per rinascere. Ce la farà rimanendo invece su Terra1, dando la possibilità a qualcun'altro di ricominciare una nuova vita. Qualcuno avrà comunque voglia di conoscere la Rhoda più disastrata. 

Spero mi perdonerete per la lungaggine, ma ci voleva :) .
Un abbraccio
Francesca